Intervista/Ritratto per il Blog “Musica Progetto” (1-09-2011)

A cura di Adriana Benignetti.

http://www.musicaprogetto.org/2011/09/colloquio-con-irene-veneziano-tra.html

A colloquio con Irene Veneziano, tra musica e filastrocche per bambini

«Pensare alla possibilità di sbagliare, significa far vincere la paura: quando suono, cerco di concentrarmi soltanto sulla musica, sulle sensazioni che voglio esprimere e comunicare»
(Foto di Gaetano M Roberto)
Milano, Stazione Centrale, 19 agosto 2011: il treno proveniente da Ventimiglia è in arrivo sul binario 18, con soli 5 minuti di ritardo. Tra la folla la riconosco immediatamente; riconosco perché nonostante questo sia il primo incontro di persona è come se Irene la conoscessi già. Bella, di una bellezza acqua e sapone, incorniciata da un sorriso che le illumina il viso e con una vitalità e una voglia di comunicare travolgenti e coinvolgenti: Irene Veneziano è proprio come me l’ero immaginata. E, infatti, ho già con me il biglietto per Sesto Calende: potrei intervistarla qui, tra treni in arrivo e in partenza, ma ho deciso di seguirla nel ritorno a casa dopo un concerto fatto ieri a Moneglia, alla scoperta del paese in cui è cresciuta e vive, alla scoperta delle sue radici.

(Foto di Mario Bianchi)
Fin dai primi istanti, ho la sensazione forte e nitida che Irene abbia scelto il pianoforte, più in generale la musica, come mezzo privilegiato per esprimere la sua straripante voglia di comunicare, ma che, in fondo, avrebbe potuto scegliere anche altro. Il nostro colloquio in treno, infatti, parte da una serie di filastrocche che Irene ha scritto durante un corso di composizione per Didattica della musica (diploma che ha conseguito al Conservatorio Verdi di Milano, N.d.R.): filastrocche dedicate agli animali, in origine musicate, pensate per i bambini, e che le piacerebbe pubblicare.
(Foto: ireneveneziano.it)
Non è stata una bambina prodigio, Irene, e ha scoperto che la musica poteva essere la sua professione molto tardi rispetto alla media. «Ho iniziato a studiare il pianoforte a 9 anni un po’ per caso: una mia vicina di casa aveva iniziato a prendere lezioni e ho voluto provare anch’io. Mi piaceva la musica; quando ero piccola mi fermavo incantata davanti ai suonatori di strada e in casa, su una pianola che mi avevano regalato, cercavo di riprodurre melodie che ascoltavo, ma non avevo mai assistito a concerti e non provenivo da una famiglia di musicisti».
(Foto di Gaetano M Roberto)
La predisposizione per la musica e il talento straordinario vengono subito alla luce, grazie agli apprezzamenti degli insegnanti, alle numerose vittorie nei concorsi, ai riscontri del “pubblico” durante i concerti; Irene, però, non dà tanto peso a questi segnali e continua, a lungo, la sua vita normale di adolescente, forse un po’ più impegnata di molti suoi coetanei trovandosi a frequentare parallelamente il Liceo Scientifico e l’Istituto Musicale Pareggiato “G. Puccini” di Gallarate. «A 19, finito il Liceo, mi sono ritrovata a un bivio: dovevo scegliere la mia strada, ma non avevo le idee molto chiare. Non avevo mai pensato, fino a quel momento, che suonare potesse essere il mio lavoro: andavo molto bene anche a scuola e mi sarebbe piaciuto frequentare l’università. Dopo tanti ripensamenti ho deciso di prendermi un anno per riflettere: avrei concluso l’ultimo anno del diploma studiando solo pianoforte e poi avrei deciso cosa fare. Il destino ha voluto che proprio in quel periodo fosse creato il Biennio di pianoforte e così, ho deciso di continuare gli studi in campo musicale. L’essermi dedicata per un anno solamente al pianoforte mi ha fatto capire che mi appassionava molto, sempre di più».
C. Saint SaensEtude op. 111 n. 6 Toccata, Paris, Salle Cortot 1/02/2011
Arriva così, nel 2008, il diploma al Biennio specialistico di pianoforte con Edda Ponti presso il Conservatorio di Milano e, nella convinzione della necessità di “aprire” la mente e nell’interesse verso molteplici aspetti della musica, arrivano anche il diploma in Didattica della Musica (sempre al Conservatorio di Milano), il diploma in Musica da Camera all’Accademia Internazionale di Imola (con Pier Narciso Masi e con il Trio Altenberg) e il diploma al Corso Triennale di Alto Perfezionamento all’Accademia di Santa Cecilia di Roma con Sergio Perticaroli. «Quando ho deciso di dedicarmi completamente alla musica ho pensato di fare più cose possibili nel campo, non solo per avere più titoli, e quindi opportunità, ma anche per rispondere a più interessi: adoro la musica da camera e amo moltissimo anche insegnare. Nel corso di Didattica della Musica, ad esempio, ho fatto cose interessanti e stimolanti, come dirigere il coro, comporre, fare tirocinio nelle scuole elementari».
E. GranadosEl amor y la muerte: balada (da Goyescas)
Irene insegna privatamente in maniera regolare, ma quest’estate, in Toscana, ha tenuto il suo primo corso estivo di pianoforte, pianoforte propedeutico e musica da camera: un’esperienza che racconta con grandissima gioia. «È stata un’esperienza bellissima, nella quale mi sono sentita perfettamente a mio agio: c’erano 10 iscritti, dai 7 ai 40 anni. È stato anche faticoso perché ho deciso di fare lezione a tutti, tutti i giorni, per 45-50 minuti a testa; in più, il primo giorno ho tenuto un concerto e il secondo e il terzo due incontri, sui metodi di studio e su come affrontare il pubblico».
Irene Veneziano e Andrea Griminelli (Foto di Andrea Palmieri)
Un altro grande amore, invece, è quello per la musica da camera; un amore consolidatosi in Conservatorio, attraverso una collaborazione intensa e proficua con una classe di flautisti e che ha permesso a Irene di suonare in giro per il mondo insieme a tanti solisti, tra i quali Andrea Griminelli, Valentino Zucchiati, Matteo Evangelisti e Daniele Pascoletti. Un amore ricambiato, visto che lo scorso gennaio, in formazione cameristica, Irene è riuscita anche a coronare un suo grande sogno: suonare al Teatro alla Scala.
«L’esperienza della Scala è stata “spaziale”, non capivo niente: d’altra parte se fossi stata veramente consapevole sarei scappata. La cosa più bella è stata salire sul palco e vedere le luci e poi, all’uscita, l’affetto degli amici, tantissimi, che erano venuti ad ascoltarmi».
F. PoulencTrio for oboe, bassoon and piano, Teatro alla Scala 11/01/2011, Fabien Thouand (oboe), Valentino Zucchiatti (Bassoon), Irene Veneziano (piano).
Tanti concerti solistici, tanti concerti di musica da camera e insegnamento: Irene riesce, a volte con qualche difficoltà, a conciliare i molteplici impegni perché «è così bello che vale la pena fare sacrifici. Bisogna organizzarsi per riuscire a fare tutto, ma soprattutto per fare bene: più che la quantità conta la qualità dello studio, la concentrazione, far fruttare bene il tempo. Di solito studio 3 o 4 ore la mattina e poi un altro paio d’ore dopo pranzo, ma dipende dagli impegni». E per la noia, grande nemico dei musicisti, non ci sono ricette magiche, ma solo il cercare di assecondare l’istinto. «Cerco di superare la noia variando molto nello studio e seguendo lo stato d’animo del momento: alcuni giorni faccio molto pause, altri cambio spesso pezzo, altri ancora studio per ore di fila senza staccarmi. A volte mi impongo degli obiettivi da raggiungere: ad esempio studio a mani separati, divido il brano in varie parti. Più di tutto, cerco di assecondare il mio stato d’animo».
I. VenezianoRêve, Andrea Oliva (flauto), Irene Veneziano (pianoforte)
Un’altra tappa fondamentale nella vita musicale di Irene è stata la partecipazione al concorso “Fryderyk Chopin” di Varsavia, nel 2010, dove è entrata in semifinale: un concorso che l’ha messa duramente alla prova, ma che le ha anche dato moltissimo, soprattutto a lungo termine. «Prepararmi per il concorso Chopin mi ha cambiato molto, mi ha permesso di scoprire delle cose in più su di me, delle qualità che pensavo di non avere. Ad esempio, ho dovuto preparare moltissimi pezzi in poco tempo: pensavo che non ce l’avrei mai fatta, ma ero talmente concentrata solo su quello… Ho fatto uno studio molto intenso sul mio corpo, sul rilassamento e mi è servito moltissimo, soprattutto dopo. Vedere i miglioramenti mi ha dato maggiore sicurezza e mi ha permesso di valorizzare le mie capacità. Tecnicamente, fino al concorso, mi sentivo inadeguata: dopo, ho iniziato a essere un po’ più sicura di me stessa. Logicamente, il concorso l’ho vissuto in maniera molto stressante, con tanta ansia: i risultati li ho visti soprattutto dopo mesi».
F. ChopinBallata n.1 op. 23 in G minor
Attualmente Irene è seguita da Kostantin Bogino, anche se gli impegni sempre maggiori e la necessità di essere sempre più indipendente hanno diradato gli incontri. È sorprendente, però, che Irene ricordi, con particolare affetto e ammirazione, tutti gli insegnanti che ha incontrato sul suo cammino a partire dalla prima insegnante Caterina Sibilia, passando per Massimo Neri, Edda Ponti e, naturalmente, Sergio Perticaroli.
«Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa ed è stato veramente utile nel mio cammino».
Irene al Concorso Chopin di Varsavia
Irene, pur essendo molto giovane, ha già avuto la possibilità di viaggiare moltissimo, suonando: tra le esperienze all’estero, ce n’è qualcuna da ricordare più di altre.
«Ho amato molto Parigi e più di recente la Svezia, dove ho apprezzato il calore del pubblico: ho avuto 3 standing ovation, un’emozione incredibile. Con Andrea Griminelli sono stata ad Hanoi, in Vietnam, una città particolarissima da vedere, con strade caratteristiche, ognuna dedicata alla vendita di un solo oggetto (ad esempio, la via delle stoffe, la via del metallo, etc.), tutti i fili elettrici senza protezione».
Pur non avendo ancora (ancora per poco) un agente, Irene ha un’agenda fittissima, con concerti, sia solistici che da camera, in Italia e all’estero. «Sono fortunata a suonare molto, soprattutto in questo periodo, ma è sempre un “terno al lotto”: in questo momento sto “trattando” con un’agenzia. Avere un agente mi semplificherebbe un po’ la vita».
Il mio viaggio in treno con Irene è terminato: siamo arrivate a Sesto Calende. È la mia prima volta in questo paese ma, non so perché, sono sicura che lo amerò.

N. B. I video e le foto di Irene sono tratti dal sito www.ireneveneziano.it

Adriana Benignetti